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Le insalate in busta
Le insalate di pronto uso in busta sono più costose di quelle sfuse. Nell’Unione europea il periodo consentito di permanenza nei punti vendita è 7 giorni, a una temperatura costante tra 0 e 4 gradi centigradi. «È bene», suggerisce la specialista, «controllare la scadenza e consumare subito il prodotto: una volta aperta la confezione, tende ad avvizzire. Una sciacquata non guasta: nonostante i controlli minuziosi, un corpuscolo estraneo può annidarsi qua e là».
L’insalata dovrebbe comparire nel piatto almeno una volta al giorno. Una porzione normale è di circa un etto e corrisponde a due mani chiuse a pugno. Il bilancio energetico è conveniente: aggiungendo un cucchiaio d’olio di oliva, si aggira sulle 100 calorie.
È chiaro che un mucchietto di foglie vanno seguite perlomeno da un primo o si accompagnano a un secondo, a meno di non trasformarsi in piatto unico. Da prendere nella dovuta considerazione, affinché un’insalata non diventi una minacciosa bomba calorica, è il condimento. «L’olio extravergine di oliva», precisa la dottoressa Bonanni, «è il più indicato sia per il sapore sia per la sua capacità di proteggere il cuore e di combattere gli agenti che ossidano le cellule sia perché alcune vitamine, come la A sono liposolubili e pertanto l’olio è essenziale per renderle assimilabili. Si dosa con un cucchiaio: uno vale ben 90 calorie».
L’olio può essere sostituito dallo yogurt, una manciata di erbe aromatiche una spruzzata d’aceto o un cucchiaino di senape. Permettendo di non esagerare con il sale, la cui presenza deve risultare sempre assai discreta.
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