|
|
Permessi retribuiti per i portatori di handicap
Permessi retribuiti per i portatori di handicap
D: Volevo sapere se qualche normativa ha cambiato la misura dei permessi per disabili. Ci sono differenze tra il settore pubblico e quello privato?
R: Le disposizioni sui permessi dovuti ai disabili in base alla legge n. 104 prevedono in via alternativa di fruire di permessi orari giornalieri di due ore, senza alcun contingente massimo e a prescindere dall’orario della giornata; e di permessi giornalieri per tre giorni al mese.
La regola è che non possono essere fruiti cumulativamente i due tipi di permessi nel corso dello stesso mese.
Tali permessi sono stati istituiti dalla legge e quindi valgono sia per il settore pubblico che per quello provato.
Alcuni CCNL (ministeri, regioni, ecc.) concedono di poter fruire anche in maniera frazionata a ore le tre giornate intere di permesso, fissando a questo scopo il massimo di 18 ore nel mese.
In tal caso il dipendente potrà scegliere una o più giornate intere di permesso, oppure di frazionarle a secondo delle esigenze.
Dato che i tre giorni di permesso sono accordati direttamente dalla legge senza indicazione di un monte ore massimo fruibile, la limitazione a 18 ore contenuta nei contratti collettivi vale solo nel caso di fruizione frazionata.
La fruizione di permessi mensili deve essere programmata in anticipo al fine di consentire il calcolo dei giorni o delle ore spettanti e accordabili.
Quanto sopra non incide sulla possibilità di fruire in via alternativa delle due ore di permesso al giorno, che sono accordate dalla legge e sono salve.
Dunque se i contratti prevedono il frazionamento ad ore dei permessi mensili, fissando il tetto di 18 ore mensili, i disabili possono fruire alternativamente di:
1) due ore di permesso al giorno per ogni giorno lavorativo del mese;
2) tre giorni interi di permesso a prescindere dall’orario della giornata;
3) ovvero, 18 ore mensili da ripartire nelle giornate lavorative secondo le esigenze, quindi con articolazione anche diversa da quella delle due ore giornaliere.
Per quanto poi attiene ali permessi dovuti ai dipendenti per assistere disabili gravi, possono chiedere i permessi i genitori e i parenti/affini entro il terzo grado, che assistono una persona con handicap in situazione di gravità, conviventi o quanto meno con un’assistenza continua ed esclusiva.
La legge riconosce tre giorni di permesso al mese, senza alternativa con i permessi giornalieri.
Tuttavia in alcuni CCNL è stato stabilito che i permessi giornalieri possono essere fruiti anche in forma frazionata, cioè a ore, con un contingente massimo di 18 ore. Ma la legge non parla di monte ore per cui questo monte ore può essere introdotto solo da una legge. Senza di essa il frazionamento in 18 ore vale solo nel caso in cui il dipendente opti per la fruizione frazionata del permesso giornaliero.
Per quanto riguarda i permessi per motivi personali e familiari, per i permessi giornalieri documentati da motivi personali e familiari se i CCNL prevedono la possibilità di frazionarli con il tetto di 18 ore nel mese trova applicazione la nuova disciplina della legge n. 133/2008, per cui la incidenza dell’assenza sul monte ore viene computata con riferimento all’orario di lavoro che il lavoratore avrebbe dovuto osservare nella giornata di assenza. Per il periodo transitorio non è prevista alcuna disciplina del calcolo.
Le eventuali giornate fruite per motivi personali prima del 25 giugno 2008 (cioè dal 2 gennaio al 24 giugno 2008) andranno considerate figurativamente come pari a sei ore al giorno: le eventuali ore in eccesso rispetto alle 18 non sono soggette a recupero, essendo state fruite prima del D.L. n. 112/2008.
© Lavoro - RM - Pubblicata il 08/10/2008
Fonte: diariodelweb.it
Pervenuto da Porcino
Fonte:
|
| |
|
|
