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E' bene sapere del 26.10.08
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Il rebus della tassa sui rifiuti: la Tarsu
Norme fumose che impediscono un chiaro riferimento per il pagamento di quanto dovuto.
Ogni tanto qualcuno chiede che cosa ne è stato della tanto strombazzata questione che la Tarsu (Tassa sui rifiuti urbani) o Tia (tariffa igiene ambientale, che dovrebbe sostituire la Tarsu) dovrebbe essere, o sarà calcolata, sulla quantità dei rifiuti prodotti da ogni famiglia. La dichiarazione di qualche autorità, fatta a più riprese negli anni passati, è del tutto cervellotica, in quanto non è assolutamente possibile misurare la quantità di rifiuti prodotti da ogni famiglia, che poi varia ogni giorno. Come si fa?
La realtà è più semplice: la Tia sostituisce, o dovrà sostituire, la Tarsu, nel senso che la tariffa sarà commisurata in parte alla superficie dell’appartamento e in parte al numero dei componenti del nucleo familiare. Questo è un criterio più preciso, a parte il fatto che nello stesso appartamento possono convivere e convivono più nuclei familiari, per ragioni che è troppo lungo spiegare. Al momento, la questione si presenta così.
Le basi di commisurazione della Tarsu (articolo 65 del D.lgs 507 del 15 novembre 1993) e della Tia (articolo 238, comma 2, del D.lgs 152 del 3 aprile 2006) sono perfettamente identiche, perché in ogni caso rapportate «alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia di attività svolte». La differenza è che (relativamente alle sole utenze domestiche) nell’ordinamento della tassa l’indice di produzione è ragguagliato alla sola superficie; nella tariffa è ragguagliato in parte alla superficie e in parte alla composizione del nucleo familiare. Non è, quindi, esatto che la tariffa è rapportata ai rifiuti "effettivamente" conferiti, perché questo ne richiederebbe la pesatura ogni volta, famiglia per famiglia, per ciascun conferimento.
Il riciclo dei rifiuti dà luogo a qualche risparmio solo per i produttori di rifiuti non domestici, ossia per i contribuenti diversi dalle famiglie. Prevedono, infatti, due analoghe disposizioni della tassa (articolo 67, comma 2, del Decreto 507/93) e della tariffa (articolo 238, comma 10, del Decreto 152/2006), che al tributo (tassa o tariffa) «è applicato un coefficiente di riduzione proporzionale alle quantità di rifiuti assimilati, che il produttore dimostri di aver avviato al recupero». L’agevolazione è circoscritta ai rifiuti "assimilati" a quelli urbani (prodotti da soggetti diversi dalle famiglie).
Fonte: Famiglia Cristiana
Energia a tariffa agevolata
Dal 2009, pienamente operativo il bonus per le famiglie disagiate con Isee non superiore a 7.500 euro.
Costerà di meno l’energia elettrica alle famiglie disagiate. L’Autorità per l’energia elettrica e il gas ha, infatti, avviato lo studio delle modalità applicative del bonus sulla bolletta, che consentirà un risparmio di circa il 20 per cento o anche più, a seconda del reddito e della numerosità del nucleo familiare. Il sistema sarà pienamente operativo dal gennaio 2009 e prevede che il godimento del bonus possa essere anche retroattivo per tutto il 2008, per le richieste effettuate entro il 28 febbraio 2009 (delibera ARG/elt 117/08, disponibile sul sito www.autorita.energia.it).
Potranno accedervi, secondo quanto stabilito dal Decreto interministeriale 28 dicembre 2007, tutti i nuclei familiari che dispongono di un Isee (riccometro) il cui valore sia inferiore o uguale a 7.500 euro. L’Isee è l’indicatore di situazione economica equivalente, che permette di misurare la condizione economica delle famiglie, tenendo conto del reddito, del patrimonio mobiliare-immobiliare e delle caratteristiche di numerosità e tipologia familiare. È già ampiamente utilizzato per l’accesso ad altre prestazioni a carattere sociale, soprattutto a livello locale.
A titolo puramente esemplificativo, un nucleo familiare composto da padre, madre e due figli, monoreddito, in affitto e senza ulteriori disponibilità patrimoniali, rientra nella soglia Isee con reddito annuo lordo fino a 23.400 euro. Una volta attivato l’apposito sistema informatico, per far fronte alle richieste, che secondo la delibera dell’Autorità dovrebbe essere completato entro 90 giorni, il cliente domestico disagiato potrà fare richiesta di accesso al bonus recandosi presso il proprio Comune di residenza con l’attestazione del valore Isee. Il cliente finale interessato dovrà anche presentare le indicazioni sulla sua fornitura elettrica (già reperibile su ogni bolletta) e sulla numerosità della famiglia anagrafica.
Per recuperare i circa 384 milioni di euro necessari all’erogazione del bonus sociale, è prevista l’introduzione di una nuova componente tariffaria (denominata As), che verrà applicata alla generalità dell’utenza (domestica e non), a esclusione dei soggetti destinatari della compensazione. L’applicazione del bonus non comporterà comunque variazioni della spesa elettrica della famiglia tipo (con consumi di 2.700 kWh/anno e 3 kW di potenza impegnata).
Contestualmente all’introduzione del regime di tutela sociale, con la delibera ARG/elt 117/08, l’Autorità ha, infatti, disposto la revisione della struttura tariffaria applicata alla generalità della clientela domestica. Provvedimenti che ci auguriamo vadano nella direzione del risparmio per le famiglie.
Fonte: Famiglia Cristiana
Fonte: ````
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