10/06/2007   
Donne

Donne acrobate tra lavoro e famiglia
Marzo 2009 - Una grande potenzialità che il nostro Paese non riesce ancora a valorizzare completamente. Sono le donne italiane, vere acrobate che si dimenano tra lavoro, famiglia e società, fotografate dal Rapporto Italia 2009 dell’Eurispes. Dall'indagine emerge che in Italia permane una cultura che, a trent’anni dall’inizio del processo di femminilizzazione del mercato del lavoro, stenta ancora a riconoscere il mutato ruolo della donna in seno alla famiglia e alla società, e che è ben lontana dal fornire effettiva sostanza al principio delle pari opportunità.
Rispetto ai paesi del Nord Europa, dove le donne lavorano senza per questo rinunciare alla maternità e i tassi di occupazione femminili sono elevati, l’Italia si caratterizza da un bassissimo livello di fecondità (1,41 nel 2008) e da un altrettanto modesto tasso di occupazione femminile (46,6), il più basso in Europa nel 2008. Ma il nostro paese è anche tra quelli in cui si è verificato un maggiore incremento occupazionale delle donne (+7% rispetto al 2000).
I dati relativi a carriere e retribuzioni di uomini e donne mostrano un evidente gap di genere: per il gentil sesso risulta ancora complicato riuscire ad occupare posizioni di rilievo nelle aziende e nella politica. I ruoli di comando, infatti, sono quasi del tutto appannaggio degli uomini in politica (89% contro l'11% di presenza femminile), in economia (84,5% contro 15,5%) e cultura e professioni (81,5% contro 18,5%). Questo divario si riduce nel settore arte e comunicazione (62,2% contro 37,8%).
Per quanto riguarda le retribuzioni il Rapporto Eurispes, su dati Unioncamere, mostra come, a parità di impiego, le donne percepiscano stipendi più bassi: lo scarto percentuale è pari al 16%, partendo da un minimo dell'1,7% nelle professioni meno qualificate ad un massimo del 20,8% degli operai specializzati. La mancanza di una piena meritocrazia e di pari opportunità nel mondo del lavoro sono la causa principale della progressiva precarietà lavorativa della donna e del suo frequente abbandono della carriera in favore della cura di casa e famiglia. Maternità e lavoro, d'altra parte, risultano due realtà non sempre conciliabili.
Dallo studio Donne e lavoro la conciliazione che non c'è, realizzato dall'Eurispes nel primo semestre del 2008, emerge che il 65,7% delle intervistate sono convinte che la carriera costringa molte donne a rinunciare o rimandare la maternità. I motivi? In primo luogo la maternità è vista come un vero e proprio handicap per l'azienda da parte dei datori di lavoro, che devono affrontare problemi come la minore disponibilità della madre lavoratrice, le sue assenze dovute alle malattie del bambino e quindi la sua presenza incostante sul posto di lavoro e spese aggiuntive per l'impresa.
Anche i costi troppo alti di asili nido e baby sitter e l'assenza di una solida rete parentale spingono molte a lasciare un lavoro poco redditizio per dedicarsi completamente alla cura dei figli. Una donna su nove, secondo un'indagine Isfol Plus, è uscita dal mercato del lavoro in maniera temporanea o definitiva dopo la nascita di un figlio perché non supportata dal partner e dai servizi del sistema di welfare.
Un'inversione di tendenza, infine, si registra nel campo dell'imprenditoria femminile. Aumentano in Italia le aziende con donne al timone di comando: tra il 2003 e il 2008 il numero di imprese femminili è cresciuto del 5,8%, cioè il 2,2% in più rispetto al totale delle aziende italiane, e rappresentano il 24% del tessuto imprenditoriale del Belpaese.
Fonte: Intrage.it

Società: Eurispes, le casalinghe italiane non sono disperate
Sono sempre meno le donne che si dedicano a tempo pieno alla casa e alla famiglia. Nella maggior parte dei casi coltivano la passione per le nuove tecnologie, lavorano fuori casa e condividono gli impegni domestici con il partner. È questo il profilo delle nuove casalinghe tracciato nel Rapporto Italia 2009 dall’Eurispes. Per parafrasare una celebre serie tv, si potrebbe dire che le casalinghe sono sempre meno (-24%) e sempre meno disperate. Tre su quattro sono appassionate di tecnologia, il 74% dichiara di navigare internet per cercare informazioni, fare acquisti online, giocare e comunicare in rete. Le donne che scelgono di essere casalinghe, secondo Eurispes, lo fanno perché vogliono dedicarsi completamente alla famiglia (21,8%), perché non hanno trovato un altro lavoro (15,7%), oppure perché mettono l’educazione dei figli al primo posto (14%). Una donna su 10 poi, diventa casalinga perché la condizione economica lo consente. - Fonte:Intrage.it 7.3.2009

Fonte:
 

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