09/09/2009 -  
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Marzio Zanatta, il mio simpatico e grande amico dei bei tempi andati



Leggo su www.storiadeisordi.it la biografia di Marzio Zanatta, mio coetaneo della classe inossidabile 1941, divenuto sordo in età evolutiva similmente a me stesso, morto improvvisamente il 23 marzo 2007.
Quella biografia è scritta dal suo concittadino e storiografo fiorentino Franco Zatini, ma credo che anch'io debba tracciarne un differente ritratto bibliografico, poiché di strada, nel mondo dello Sport "silenzioso", io e Marzio, l'abbiamo percorsa affiancati per un lungo tratto e per questo sono in condizione di esporre una rimembranza pacata e sincera, relativa a quel tratto di strada compiuto accanto a Zanatta, personaggio dotato di notevoli capacità, di caparbietà, di sano umorismo e sportività convinta...
Marzio Zanatta lo conobbi nel 1973 quando, da poco incluso fra i Dirigenti della gloriosa Società Sportiva Silenziosa di Milano – l'anno successivo la Silenziosa sarebbe stata premiata con l'Ambrogino d'oro, massimo riconoscimento dell'Amministrazione milanese – mi ero recato in treno, insieme con il Vice presidente della società, Guglielmo Invernizzi e un paio di Delegati Tecnici della Federazione sportiva, Carlo Calonga (Calcio) e Osvaldo Zavattaro (Tiro a segno e Sport Invernali), all'annuale Congresso della Federazione Sport Silenziosi d'Italia, FSSI, che quell'anno, in novembre o inizio dicembre, si è tenuta a Paestum (SA), Effettuammo il viaggio di notte per essere a destinazione il mattino successivo. Alla stazione di Firenze sono saliti due dirigenti sordi fiorentini che allora non conoscevo, uno era Zanatta, e per tutto il viaggio si è discusso animatamente, ero il solo che osservava per sapere, non avevo nulla da affermare, solo da apprendere.
Al termine dell'Assemblea congressuale, ci fu la premiazione, e i premi attribuiti alla "Silenziosa Milano" furono molti: per l'atletica leggera, per la lotta greco-romana, per il ciclismo, la pesca sportiva, lo sci alpino, il tennis e il tiro a segno. Il Gruppo Sportivo ENS di Firenze ritirò solo la coppa per il titolo nazionale di calcio ed io, incrociando Zanatta, e contrariato per quel titolo "soffiato" alla storia di Milano, gli ho chiesto avventatamente: «…solo una coppa?» e «A noi quest'anno interessava solo questa coppa!» fu la pronta risposta che mi aveva spiazzato.
Ebbi poi altre occasioni d'incontrare Zanatta, ambedue eravamo stabili nell'ambiante sportivo, e dal 1974 io ero anche membro tecnico (TD, Technical Delegate, per la lotta olimpica) del Comitè International Sport des Sourd, CISS, dov'ero giunto per iniziativa di Rubino, al tempo vice-presidente del CISS, e dopo i miei primi Giochi Mondiali di Bucarest 1977 fui sorpreso di vedere Marzio Zanatta ai successivi Giochi di Koln 1981, in Germania, intervenuto come addetto stampa ufficiale della FSSI, con tanto di accredito "Press", che si candidava di sua iniziativa al ruolo di TD per il calcio, e più sorpreso ancora fui quando Furio Bonora, successore di Rubino nel Bureau del CISS, mi confermò con soddisfazione che la candidatura di Zanatta era stata accolta. Poi Zanatta fu eletto Presidente della FSSI e ai Giochi di Los Angeles, USA 1985, lui fungeva da Presidente FSSI e da TD del CISS. Aveva instaurato ottimi rapporti con il consolato italiano di Los Angeles, in particolare con due giovani e autorevoli segretarie italiane del consolato, che hanno offerto un apprezzato "Benvenuti!" a tutta la delegazione dell'Italia, per incontrare i molti italiani colà residenti. A Los Angeles, Zanatta aveva affittato un'auto per potersi spostare agevolmente e, fra le tante cose che sapeva apprendere istantaneamente, devo dire che anche guidare negli USA non gli ha creato problemi, neppure di orientamento, pur non essendoci ancora i "navigatori" che indicassero il percorso da seguire.
Gli organizzatori americani intendevano lo sport del calcio a modo loro, agli incontri serali per il rapporto tecnico al Bureau del CISS, presidente Jerald Jordan (USA), segretario Knud Sondergaard (Danimarca), le relazioni di Zanatta in segni internazionali da lui adottati pure istantaneamente, facevano ridere tutti quasi a crepapelle. Va detto, poi, che la nazionale di calcio, Zanatta essendo TD poteva gioire restando imparziale, aveva conquistato per la prima volta nella storia la medaglia d'oro olimpica nel torneo calcistico.



Dopo i XV Giochi di Los Angeles, la successiva XVIa edizione si svolgeva – letteralmente dialogando dall'Italia - all'altro capo del mondo, Christchurch, una cittadina della Nuova Zelanda, e Zanatta, che il suo compito lo voleva svolgere davvero a puntino per non lasciare nulla al caso, e ancora fungeva da Presidente della FSSI, Consigliere Direttivo dell'ENS e Capomissione della Delegazione sportiva in trasferta in Nuova Zelanda, si era recato un paio di volte all'altro capo del mondo per verificare come avrebbero dovuto essere le condizioni ottimali degli atleti e dei tecnici italiani durante la trasferta colà, e naturalmente, essendo competente, ha azzeccato la condizione migliore, sia per la logistica, sia per l'ambientamento.
Siamo partiti il 27 dicembre 1988 da Milano-Malpensa, su un jumbo dell'Alitalia proveniente da Roma-Fiumicino. L'aereo, su cui erano imbarcate 120 persone, fra atleti, dirigenti e tecnici della delegazione italiana, faceva scalo a Los Angeles, dove avremmo dovuto trasbordare su un altro jumbo, questo di una compagnia neozelandese, e trasvolando l'Oceano Pacifico giungere a Auckland, nell'isola del Nord, fare scalo colà e salire su un piccolo e "turbolento" – causa del vento… - aereo locale per la cittadina di Christchurch, nell'Isola del Sud.
L'ambientamento è stato traumatico per quasi tutti, passando dal pieno inverno mediterraneo, alla mezza estate australe, ma Marzio aveva preventivato i "giorni di ambientamento" e, per l'inaugurazione di quei XVI World Games, tutti gli atleti erano in gran forma.
I calciatori, eliminati già ai preliminari nel torneo calcistico, hanno deluso Marzio, ma questa è un'altra faccenda, la trasferta in Nuova Zelanda è stata complessivamente ottima grazie al Capodelegazione.
Tornati in Italia, Zanatta si ritrova impegnato nei lavori per il passaggio, direi il "travaso" della federazione dei sordi, FSSI, nella Federazione Italiana Sport Disabili, FISD, una trasmissione epocale imposta dal CONI, cui aveva lavorato per dieci anni e cercando strenuamente di limitare l'impatto, anche Zanatta, ma poi, con una mossa a sorpresa orchestrata dalla presidenza ENS del tempo, Marzio si era trovato scavalcato da chi di sport capiva poco o nulla e Zanatta insorse in maniera errata – ma secondo me comprensibile e logica – tirandosi subito fuori anche dal gruppo dirigente ENS, per cui la frase di Zatini, «Dopo di che il Congresso ENS non riconfermò più la ri-presentazione della candidatura di Zanatta ….», andrebbe riconsiderata. Zanatta è rimasto Technical Delegate del CISS fino ai XVIIi Giochi di Sofia 1993, dove ha presentato le dimissioni da quell'incarico, e il CISS gli ha conferito l'onorificenza per aver svolto egregiamente il suo compito.
La storia sportiva di Marzio Zanatta si è conclusa nel 1993, ma è stata tutta una Storia con la "S" maiuscola.

Marco Luè


Carissimo Marco
come agiografista di Marzio Zanatta ti faccio i miei complimenti per le belle pennellate di bravura sulla sua storia, mi è piaciuto leggere. Zanatta era di una personalità complessa con i suoi alti e bassi, aveva un suo carisma che lo portava sempre a battagliare su tutto, su qualunque argomento, questione, decisione, tipicamente del toscano delle fazioni contradaiole, une contro l'altre armate sin dai tempi di Dante Alighieri e oggi riverbera nel Palio di Siena per non parlare dei campanilismi persistenti come nel 1200/1300 ancora oggi forti tra città e città come noto capitando in Toscana. Ora con la decretata soppressione-unificazione delle province chissà che scintille ci saranno tra Livorno e Pisa unificate che si insultano da secoli, tra Siena e Arezzo..e altre città.. Povera Italia che non riesce a essere Italia, non donna ma serva di province, ostello di tutti...(e bordello frequentato dai politici). Marzio è un nomen omen battagliero che portava a estreme conseguenze, al nichilismo, il complesso di Sansone nei suoi ultimi anni, battaglie non del tutto condivise dai suoi amici, vi vedevano troppo di personale.

Feci conoscenza al Congresso di Chianciano, lui giovanissimo, ragazzo simpatico, brillante di idee con molta verve, spiccava su tutti per il modo di esporre, di eloquio convincente, costrutto sintattico e di logica che lo distaccava su tutti i delegati. Gli preconizzavo il CdA,infatti entrò con Giuranna e Manciagli. Dopo aver aiutato Giuranna a diventare presidente pensava di essere all'apice, il sogno coronato, essere la mente e il suo braccio destro. Qualcosa si era rotto tra loro, non combaciava la rozzezza sempre più troglotida del siculo con ardite finezze dell'arte del Brunelleschi Uscì dall' Ens per insanabili contrasti fondando il CIDAS, movimento di Difesa dei Diritti dei Sordi contro le prevaricazioni dell'Ens, segnatamente contro Giuranna.

Di quel gruppo di fondatori risultavamo tutti...intellettuali convenuti a Roma da ogni parte d' Italia con tanto di propositi, papello, carta, penna e calamaio davanti il notaio. Sicuramente tutti diplomati con qualche laureato oltre il sottoscritto con ciò dimostravamo che eravamo la vera "crema dell'Ens", Dalla Sede Centrale ironicamente una .. schiuma di rabbiosi. Ci davano mano forte la truppa agguerrita (meno... intellettuale) di picciotti, una ventina circa di soci siculo-palermitani con spirito garibaldino e decisi all'ultimo sangue, delusi e traditi dopo averlo incoronato a Roma sul Gregoriosettimo. Battaglie memorabili, assedio e volantinaggio al congresso di Trevi (1994), assalto alla SC di Roma (con lo sfondamento dell'ingresso) e al congresso di Perugia (1995), segnando pagine di storia ormai dimenticata. Stranamente sull'assalto alla S.C. il segretario dott Magarotto non reputò di chiedere l' intervento della forza pubblica.

E la ristretta assemblea della.. schiuma mi volle a presidente nazionale del Cidas con tanto di registrazione notarile, il Cidas è stata una idea titanica della fervida mente di Marzio, idea che ci faceva tremare le vene e i polsi anche per non sapere a quali implicazioni potevamo andare incontro considerando che allora l'Ens era intoccabile, come l'immagine del Moloch, un dio che divora decidendo sulla vita e sulla morte associativa dei soci, quindi rischioso, difficile attaccarlo anche per la rete palese e oscura di amicizie politiche e istituzionali intessuta da Magarotto in lunga quarantennale dirigenza. Zanatta nella sua lungimiranza aveva anticipato quello che oggi vediamo passare sotto nome di class-action.

Durò neanche due anni la mia presidenza al Cidas, preoccupato e urtato per il fare "personalistico" di Marzio, che decideva strategie, attacchi senza consultarsi, scavalcando me e consiglieri mettendoci al fatto compiuto,erano azioni temerarie nella forma e nei tempi e per fortuna senza le conseguenze, un disagio per me e le difficoltà se venivo chiamato nella mia veste di presidente. In fondo non aveva niente da perdere non avendo niente di suo a parte la collezione di debiti che se ne infischiava.. Beato lui!... io tremo se ritardo di pagare le scadenze...

Una ventata nuova per il CdA fu il trio Zanatta- Giuranna-Manciagli che faceva ben sperare sul futuro dell'Ens, un trio promettente di speranze che Rubino non si stancava a sottolineare, erano da lui amorevolmente coccolati, curati, cresciuti a.... sport, li vedeva già dirigenti della FSSI e dell'ENS insieme, era talmente preso di amore per la loro bella gioventù e non vedeva o taceva dei loro difetti, nel suo immaginario rappresentavano gli immacolati cavalieri del Ens-Camelot, puri come il prode Lancilotto, una continuità del suo lavoro per l'eternità dello sport Ens.

Siamo ora al terzo Ens, come oggi l'Italia alla terza repubblica. Della nuova guida e dei suoi nocchieri non sappiamo nulla o poco dei progetti, dei programmi, sui bilanci, sui debiti, sulle presunte vendite immobiliari. Sede Centrale già diventata Hotel? uffici e dirigenza trasferiti nello scantinato? Manca l'informazione, c'è uno scollamento profondo mai visto tra dirigenza e soci, due mondi distaccati, i dirigenti sempre autoreferenziali come oggi i nostri politici che navigano nel nulla. Una volta c'era il Quotidiano dell'Ens, la gloriosa Settimana del Sordomuto diventata del Sordo per approdare su Parole&Segni ora scomparsa. La lettura del mensile era un vero legame che arrivava ovunque a tutti i soci sparsi negli sperduti paesi come un cordone ombelicale che li faceva sentire uniti e nutriti dalla nostra mamma.

Nel nostro Ens Gutemberg è sparito, non c'è più, e con lui la sua carta stampata che ha insegnato all'umanità la crescita, in cultura e sapienza, dalla sua prima Bibbia sono usciti a miliardi di miliardi di pubblicazioni per arricchire le nostre intelligenze, l'umanità è venuta libera e forte.

Cosa devo pensare dell' imbarbarimento della comunicazione operata dall' Ens (in senso culturale e semantico), non si usa più la carta stampata, costa troppo, scrivere non vale la pena c'è Ovo, Skype, e altro, un bel progresso, è vero, ma a quale prezzo? Una volta si leggeva, si riprendeva la lettura, si soffermava su quello che interessava, si sottolineavano i punti salienti, si memorizzavano le frasi e i discorsi come nostro quotidiano vademecum, e da qualche tempo è tutto sostituito da una comunicazione diretta-visuali. Sembra a molti la strada del progresso, padroni della nostra lingua, dei nostri linguaggi, però il progresso (teconologico) non è il nostro progresso impostato in siffatto modo.

Caro Marco,siamo dinosauri in estinzione dopo Ieralla, Rubino, Bonora e altri per arrivare ultima Collu che ha conservato il loro stile comunicativo, chiaro, completo e gradevole rispetto agli attuali standard dei .. nostri Mosé che si stanno dando da fare per portarci in pieno deserto, forse ci stiamo allontanando dalla Palestina, terra nostra promessa, chissà finiremo nel mar Morto o tutti trasformati "udenti" per lo Stato italiano (e per i medici) che risparmierà denaro di contributi all'Ens, sconti per noi, privilegi pochi e le nostre pensioni con le indennità di comunicazione...

Commiato (da un pensiero poetico di Silvio Raffo)

Ce ne andremo da veri signori

senza strepiti o clamori

paghi d'essere stati fedeli a noi stessi, appartati,

fuori dai parapiglia,

lungi le mille miglia

dalle mandrie dei nessuno

che ambivano ad esser Qualcuno.

(lettera firmata)




Fonte: ``
 

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